[archeosatira – i corsivi di Fortebraccio] Mario Melloni su L’Unità, 1974
Siamo sicuri che i nostri nipoti, fra moltissimi anni, vivranno per così dire in mezzo all’on. La Malfa, nel senso che tra monumenti, bassorilievi, busti e lapidi dedicati a quel grande, abiteranno in piazza La Malfa, corso La Malfa, via La Malfa, vicolo La Malfa, rio terrà La Malfa. […] Ma in attesa che i posteri si abbiano un La Malfa immortale e silenzioso, noi dipendiamo sempre di più da quest’uomo che, vivo, non possiamo ancora consegnare alla storia, a patto che poi se lo tenga.
Fortebraccio si riferisce ovviamente a La Malfa Ugo e non a La Malfa Giorgio, del quale, conoscendolo, avrebbe sicuramente scritto ciò che scrisse di Tanassi:
[…] l’on. Tanassi è un buonuomo, praticamente inesistente. Quando Amleto si avanza sulla scena per recitare il famoso monologo e dice “Essere…o non essere?”, nella pausa fra le due alternative pensa a Tanassi. Il quale è stato una delle più grandi intuizioni di Shakespeare, e non disturba nessuno.