quesito
siamo o non siamo in un regime? su questo quesito s’intrecciano, nel centrosinistra, opinioni molto diverse e sfumate, ma che B. a un regime pensi e punti oggi mi pare fuori da ogni dubbio
la prova? l’autodifesa televisiva di ieri, la confusione fra sé ‘eletto dal popolo’, sé capo di governo, sé capo di azienda, sé cittadino inquisito per fatti, ricordiamolo, che nulla hanno a che fare con politica e governo, la dichiarazione di ‘ingiudicabilità’ in quanto eletto se non dai propri ‘pari’, nella migliore delle ipotesi un parlamento in cui ha la maggioranza assoluta, la declassazione di uno dei poteri dello stato, che sono indispensabili al corretto bilanciamento della democrazia, con il dispregiativo titolo di ‘vincitori di concorso’, come se i magistrati fossero equiparabili per ruolo, carriera e competenze, agli operatori ecologici (con tutto il rispetto per questi ultimi) e infine il disprezzo per la nozione democratica di contraddittorio dimostrata dal metodo scelto, una cassetta registrata e nessuna domanda da giornalisti
tutto dimostra come egli intenda la sua elezione: un mandato senza limiti, nemmeno costituzionali, e senza controlli con il quale il paese si è legato a lui mani e piedi per la durata della legislatura, un paese che in questo lasso di tempo con lui si confonde e con lui perirà o sopravvivrà
una tale perfetta sovrapposizione fra paese, nazione, ‘popolo’, e il suo rappresentante, voi come lo chiamereste?
a noi non rimane che sperare che la nostra costituzione, forse con troppa sicumera dichiarata obsoleta negli ultimi anni, possieda anticorpi necessari e sufficienti