Maltese: “Il giorno dell’odio anti americano è stato al contrario quello della scoperta di un’altra America da amare più che da servire, di un’altra idea di Occidente democratico da difendere. La guerra all’Iraq è sempre più la guerra dei Bush. Per l’inquilino della Casa Bianca e i suoi vassalli in fondo era molto meno pericoloso veder bruciare in piazza le bandiere americane. ”
Scalfari: “Ciò che i trattati e le convenzioni non hanno ancora saputo compiere l’ha fatto il popolo europeo, milioni e milioni di giovani e anziani, di donne e di uomini d’ogni religione o senza religione. L’Europa sta nascendo: questa è la novità sconvolgente. Qualcuno ieri, commentando lo spettacolo che le televisioni mandavano in onda da Piazza San Giovanni e da Hyde Park, si chiedeva con un pizzico d’ironia: “Vedo che cantano e ballano, ma che cosa c’è da ballare?”. Ironia patetica perché c’era invece moltissimo per ballare e cantare: se nasce l’Europa all’insegna della pace e della solidarietà, quello è un giorno di grandissima festa e così infatti è stato il 15 febbraio del 2003.”
Roncone: “Ci sono tutti, sicuro, va bene: ma poi è la moltitudine dei giovani che, davvero, colpisce. Quanti anni avranno? Sedici, venti. Liceali e universitari. Dal Molise e dal Piemonte, dalla Puglia e dalla Lombardia. Tra un lustro, forse, li ricorderanno come la «No war generation», la generazione che era contro la guerra. Cantano: «Signori della guerra/ vi spazzeremo via/ con pace/ con forza/ con allegria/». Mangiano porchetta e fumano hashish. Al collo hanno la kefiah e i fazzoletti dei gruppi scout. Ecco, sì: molti di questi giovani sono cattolici. Questa è un’altra grande novità.”
Di Vico: “Per l’ego dei leader ieri è stata una giornata di fatiche e di scarsissime gratificazioni. […] Cofferati ha fatto anche il suo ormai consueto bagno di folla, ha firmato il solito vagone di autografi e dal corteo ha chiamato a Kabul Gino Strada per raccontargli cosa stava succedendo a Roma. Ma se nel marzo 2002 al Circo Massimo contro l’articolo 18 e qualche settimana fa al meeting girotondino di Firenze il Cinese era stato il re, ieri per il popolo dell’arcobaleno era «solo» un fratello maggiore, magari quello più comprensivo. Ma non il monarca.”
Colombo: “Non era mai accaduto che le Unions americane, prudenti, realistiche, sempre in guardia verso la politica, partecipassero ad una manifestazione contro la guerra. Tanti anni fa, tutte le manifestazioni contro la guerra nel Vietnam erano di studenti, di giovani, di intellettuali, di artisti. […] Tutti qui amano il loro paese e sventolano bandiere americane per dire, con tante donne e bambini e uomini a Roma, a Londra, a Parigi, a Berlino, a Istambul, una parola senza odio che unisce: pace. Nessuno, in questa folla, ama o assolve Saddam Hussein. Ma, se vuoi parlare con loro, ti dicono che amano i loro bambini e che non vogliono buttarli, insieme a tanti bambini di tanti altri Paesi del mondo, in un pericolo destinato a durare per sempre.”
Sansonetti: “E’ stata la più grande manifestazione pacifista di tutti i tempi, anzi è stata la più grande manifestazione politica di sempre. Mentre si svolgeva questa manifestazione nella capitale d’Italia, se ne sono svolte altre 600 in tutto il mondo. In seicento città del mondo: da Bangkok, a Parigi, a Londra, a Islamabad, a Varsavia, a New York. Non era mai successo nella storia politica. Non ci era mai riuscito nessuno. Neppure le grandi internazionali di una volta: quella socialista, quella comunista, quella sindacale.”
poi, come sempre, c’è anche chi ha visto i propri fantasmi
Stella: “Una meravigliosa marcia di fraternità di 3 milioni di persone in festa e un facinoroso corteo anti-berlusconiano di poche centinaia di migliaia di fanatici incattiviti si sono contesi ieri piazza San Giovanni divisi da uno specchio rovesciato.”