visti da lontano, Adriano Sofri per Repubblica 8 aprile 2003
Le scarpe dei tiranni
Scarpe, dall’inizio alla fine. Scarponi di marines caduti, deposti alla base della croce, e l’elmetto in cima, a metà fra simulacri pietosamente ricomposti e miti spaventapasseri. Il primo piano di una scarpaccia spaiata di combattente iracheno, slabbrata ma fiera sul deserto, monumento al milite ignoto. Un sandaletto di bambino. Pantofole appaiate del raìs nel pied-a-terre con lo sciacquone d’oro.
Ma una guerra finisce davvero quando vengono abbattute le statue del tiranno. Una enigmatica legge della statica fa sì che le statue dei tiranni si spezzino appena sotto il ginocchio, lasciandone in piedi gli stivaloni. Ci sono ortopedici di detronizzazioni capaci di rifinire l’atterramento, in modo da riutilizzare gli stivali dell’uscente per la statua del tiranno entrante. I tiranni hanno lo stesso numero di piede.
sono contenta che questa brutta guerra sia finita, o meglio lo sarò quando finirà davvero. senza sè e senza ma. e sperando che la politica possa demolire d’ora in poi anche gli stivali.