[mi associo]
Vittorio Zucconi: «Un augurio di Buon Natale non vuol dire che il mio Dio è più grosso del tuo, come disse uno stupido generale americano, Boykin, fortunatamente rimosso subito dopo dall’incarico, né che io sono migliore di te, soltanto perché accendo le lucine con il timer quando viene la sera. Non significa che tutti devono credere, né che un cristiano su un carro armato con un cannone da 150 millimetri davanti sia un esemplare portatore del messaggio rivoluzionario di Betlemme.
Vuol dire quello che i soldati inglesi e i soldati tedeschi intuirono il 25 dicembre del 1914 quando, senza che nessuno glielo avesse suggerito, e sotto lo sguardo sbigottito dei loro ufficiali, scavalcarono spontaneamente i parapetti delle trincee opposte e attraversarono la terra di nessuno che li divideva, disarmati, per abbracciarsi e stringersi la mano, prima di ricominciare a massacrarsi per i quattro anni successivi. Esprime il dubbio, oggi quasi blasfemo e molto fuori moda, che spararsi addosso non sia mai la soluzione, ma il problema, e contiene la sospensione, anche per un solo giorno come nel 1914, della certezza amara che finita la prossima “guerra giusta”, un’altra, naturalmente ancora più giusta, ricominci.»