15 – 18

art. 18 sospeso per le aziende che assumendo superano i 15 dipendenti, in prova per 3 anni

quindi per i prossimi 3 anni ci saranno aziende soggette al reintegro mentre altre, magari uguali, no, con prevedibili battaglie vuoi sul piano costituzionale, vuoi su quello della concorrenza ecc.

e alla fine dei 3 anni? il “patto” non è poi così incontrovertibile in merito e ci sono due scuole di pensiero:

– CISL e UIL pensano che alla fine dei 3 anni, se la norma risulterà improduttiva e decadrà, i suoi effetti dovranno cessare anche per gli assunti nel periodo di test, nel qual caso però non si vede perchè da un lato le aziende dovrebbero “rischiare” assumendo e non licenziando all’approssimarsi della scadenza, dall’altro i lavoratori nel frattempo assunti e licenziati non dovrebbero iniziare comunque vertenze, quantomeno al fine di far arrivare la querelle alla Corte Costituzionale

– Marzano, e con lui almeno una parte del governo, pensano al contrario che, per gli assunti nel periodo, la perdita del diritto al reintegro sarà definitiva, creando così un disparità permanente tanto fra le aziende quanto, nel futuro, fra lavoratori della stessa azienda, con il medesimo prevedibile strascico legale

quella che ci aspetta, in ogni caso, è una Grande Guerra legale?

più probabilmente, fra pochi mesi, verrà sferrato il definitivo attacco alla norma sul reintegro per tutti i lavoratori

Definizioni

Eugenio Scalfari su Repubblica del 6 luglio ci delizia con alcune definizioni degne di futura memoria:

Pezzotta e Angeletti sono “il Gatto e la Volpe”

Tvemonti è “il Fenomeno”

B. diventa “il Super-Fenomeno”

sarebbe divertente, non fosse per il contenuto dell’articolo, che merita sforzo di comprensione e condivisione dell’allarme

Finita la prima sommaria ricognizione sugli eventi dei giorni scorsi, come previsto abnormi in quantità e qualità, rinuncio a qualsiasi citazione, postilla, commento su B. & co.

Rivolgendo altrove lo sguardo, cito un Cordero di giornata da Repubblica:

«sarebbe un magnate alla deriva [B.] se qualche dio benevolo non gli mandasse l´avversario giusto, ex-comunista, pasticheur rampante in pose da cardinal Mazarino»

qualcuno ricorda ancora un striscia che compariva su Tango, dal titolo “Minimo D’Alema”?

Il ritorno

15 giorni senza giornali e senza TV. Di questi tempi, pare, non si può fare: ora mi ci vorrà un mese per recuperare le rassegne stampa perse, con un governo e una maggioranza che una ne pensa e cento ne fa.

Comunque la Saona è stupenda, i vini di Borgogna pure.

Alcuni perfidi detrattori del presidente del consiglio pensavano che le appropriatissime per quanto tardive dimissioni di scajola aprissero a berluz le porte per un nuovo interim. E invece no, lo scopo era un altro: trovare una sistemazione consona e credibile a pisanu, investito fino a ieri dell’inverosimile ruolo di ‘controllore dell’attuazione del programma’, un corto circuito mentale che solo l’attuale governo italiano poteva realizzare affidando il compito di controllo non gia’ a parti esterne al governo ma creando ad hoc un ministero- fornendo tra l’altro una risposta inequivocabile al quesito ‘chi controlla il controllore?’ (hint: il controllato)-.

Rassegna stampa

da Repubblica online: “Il dimissionario si alza, Pisanu gli mette le due mani sulle spalle, Scajola fa altrettanto: quattro mani su quattro spalle per un totale di due democristiani di lungo corso a colloquio intimo.”

*

dal Financial Times online: “Claudio Scajola resigned as interior minister three days after causing a public uproar for saying that Mario Biagi, a government labour adviser murdered in March, was a pain in the neck“.

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[melba e’ ancora in vacanza ma la cronaca incalza e sono la delegata all’attuazione del programma del blog]

P.S.

Lo so, avevo promesso di levarmi di torno per un po’ e mantengo, giuro!

Ma fra una valigia e l’altra ho colto una chicca di Benni su Repubblica e ho pensato di lasciarla qui al posto mio, e adesso me ne vado davvero 🙂

Sciopero

Sempre oggi iniziano gli scioperi generali articolati indetti dalla CGIL in difesa dell’Art. 18, si parte dalla Lombardia e dalla Campania.

Intanto al tavolo di trattativa con CISL e UIL si sta per chiudere l’accordo, che prevederà, secondo le indiscrezioni, da subito la non applicabilità dell’Art 18 solo in un caso, quello delle aziende che supereranno, nel periodo di 3 anni, i 15 dipendenti, rinvierà a un secondo momento quella per le imprese che emergono e accantonerà definitivamente quella sui lavoratori che passano dal contratto a tempo determinato a quello a tempo indeterminato.

E’ ovvio che ciò basta e avanza a Confindustria e governo. Le due ipotesi che, in momenti diversi, rimangono attuali sono infatti quelle che creeranno una disparità “oggettiva” fra le aziende, mentre quella accantonata portava a disparità “soggettive” per i lavoratori di una medesima azienda.

Ciò significa che, applicando la nuova normativa, aziende dello stesso tipo, dello stesso settore, delle stesse dimensioni, saranno soggette a normative diverse, più vincolanti per alcune che per altre, con evidente turbamento delle regole di concorrenza e magari anche incostituzionalità e chi più ne ha più ne metta: facile prevedere che il grimaldello sarà efficace, una volta posata la polvere delle polemiche, per scardinare l’odiata norma dello Statuto dei lavoratori.

Sciopero

Oggi sciopero della magistratura, il primo dopo 11 anni, contro la riforma della giustizia proposta dal governo.

Siamo stati ieri abbondantemente informati che 85 giudici di cassazione hanno firmato un appello antisciopero.

Quello che nessuno ci ha detto è che i giudici di cassazione sono 500

In appoggio ai magistrati, alcune iniziative dei “movimenti”:

– a Milano alle ore 18,30 in piazza dei Mercanti, girotondi e associazione Articolo 21

– a Roma alle ore 21 nei giardinetti di Piazza Cavour, davanti al Palazzaccio, girotondi

Sui motivi della prova di forza fra governo e magistrati, Giorgio Bocca scrive:

«Se dovessimo guardarla con ottica storica, dovremmo dire che in parte è dipesa da casi personali e in parte dalla rivincita mondiale del mercato che non tollera controlli, fastidiosissimo quello della giustizia che contempla anche dei soggiorni nelle patrie galere.»